Storie criminali di Moncalieri e dintorni

Premessa:

L’Archivio Storico del Comune di Moncalieri conserva un certo numero di Atti Criminali, ossia di incartamenti relativi a processi penali, datati tra la fine del ‘500 e la prima metà del secolo successivo e riguardanti sia Moncalieri che alcuni comuni limitrofi. Il motivo della presenza nell’Archivio di tali documenti sembra risiedere nel fatto che Moncalieri fu per un certo periodo sede di prefettura, una magistratura giudiziaria intermedia tra la giudicatura locale e il Senato di Piemonte, che aveva competenze a livello di provincia. Questo spiega perché gli incartamenti riguardino fatti avvenuti non soltanto a Moncalieri, ma anche in altre località vicine, che rientravano nella giurisdizione della prefettura moncalierese. I fascicoli presenti in Archivio sembrano essere delle copie rimaste per qualche ragione a Moncalieri e non trasferite a Torino, come di solito avveniva. Un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Torino e intitolato Origine, Giuridizione e Prerogative della Prefettura della Città di Moncalieri fornisce notizie su questa magistratura, che stabilita a Moncalieri nel 1575 vi rimase fino ai tempi della reggenza della prima Madama Reale; si tratta di un foglio scritto su due facciate, privo di data, che sembra risalire al primo quarto del Settecento. Di questo documento, che ho trovato nel 2012, fornisco una trascrizione in appendice a questo lavoro. Moncalieri possedeva inoltre, come tutti i comuni, un proprio tribunale di primo grado con competenze civili e penali. In Piemonte i documenti delle giudicature locali non sono molto frequenti; essi presentano però un notevole interesse per chi voglia indagare sulla mentalità, i costumi e gli aspetti più minuti della vita materiale del passato. Nulla infatti come i verbali degli interrogatori ci trasmette, mescolate alla massa delle formule prolisse e stereotipate del linguaggio giuridico del tempo, una miriade di inattese e spesso sorprendenti informazioni di ogni genere e di prima mano. Fu il lavoro di un geniale ricercatore veneto, Aldo Pettenella (1949-2002) ad introdurmi alle ricerche sui processi criminali. Questo studioso, col quale ebbi l’onore di corrispondere, aveva indagato sistematicamente le carte dell’immenso fondo giudiziario criminale dell’Archivio di Stato di Padova. Dotato di notevoli doti di scrittore, il Pettenella trasponeva alcuni dei processi più interessanti che gli capitava di trovare nella forma di “storie”, ossia di racconti, che al rigore documentario univano uno stile gradevole e affascinante, pervaso da un sapiente senso di ironia mai spinta, però, oltre il limite di un profondo rispetto per quelle vite passate. Su quelle stesse carte, motivato dal desiderio di indagare sull’origine e le vicende della mia famiglia, ho svolto anch’io i miei primi passi di ricercatore, guidato in particolare da un altro eccellente studioso e scrittore veneto, Francesco Liguori, che mi è stato maestro prodigo di validissimi consigli e di fiducioso sostegno. La scoperta di documenti giudiziari criminali a Moncalieri mi ha stimolato a compiere alcune ricerche applicando lo stesso metodo già sperimentato sulle carte venete, con l’intento di ricavare, anche qui, quelle piccole ma preziose “gemme” che tali documenti racchiudono. Per quanto mi riguarda, non sono stato deluso. Chi si aspettasse di leggere storie intriganti e piene di suspence farebbe meglio a dedicarsi alla lettura di buoni romanzi gialli, senz’altro più remunerativa sul piano emotivo, non fosse altro per il fatto che nei romanzi, alla fine, si trova sempre un colpevole. A prescindere delle mie modeste capacità infatti, le carte con le quali abbiamo qui a che fare riguardano storie per lo più assai ordinarie di miserie umane; e come se ciò non bastasse, sono spesso incomplete, mutile, confuse, limitandosi spesso alla sola fase istruttoria del processo. Lo stesso Pettenella, che pure poteva disporre di centinaia di incartamenti, doveva faticare per trovare una storia che fosse “presentabile” ad un pubblico contemporaneo, con aspettative generiche. Chi invece vorrà accostarsi alle vicende di questi antichi piemontesi spinto semplicemente da sincera curiosità e rispetto vi troverà forse, come io vi ho trovato, spunti e stimoli di riflessione banali. Questa ricerca è stata presentata nel corso di una conferenza dal titolo Fatti, misfatti, crimini tra Cinquecento e Seicento a Moncalieri e dintorni, promossa dal Centro Studi Piemontesi e tenutasi presso la Biblioteca Civica Arduino di Moncalieri il 9 dicembre 2009.

Indice

  • Prefazione
  • Introduzione p. 1
  • Da Turin a Moncalè p. 9
  • A veder del mondo p. 13
  • Pesci d’Aprile p. 16
  • Guardie e Ladri p. 20
  • La colonna infame p. 25
  • Il fornaro conteso p. 31
  • Un tipo turbolento p. 35
  • I cornuti e i bastonati p. 40
  • L’orco p. 44
  • Il denaro del milanese p. 48
  • Un letto scomodo p. 52
  • La fuga di Elia p. 58
  • Le buse nella tampa p. 63
  • L’onore di una vedova p. 67
  • Una vicenda oscura p. 72
  • Tra i due litiganti p. 77
  • Le bravate del capitano Ferrero p. 83
  • Bay de Bay p. 92
  • Cassa man a quella spada! p. 101
  • Due cognati e un morto p. 105
  • Riferimenti archivistici p. 110
  • Indice p. 111
  • Appendice: Origine, Giurisdizione e prerogative della Prefettura della Città di Moncalieri p. 112